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Sykes vince una gara 2 pazzesca a Laguna Seca

Sunday, 13 July 2014 23:03 GMT

Due bandiere rosse condizionano la corsa, disputata su sette giri.

Tom Sykes (Kawasaki Racing Team) si è involato verso il successo di una gara 2 imprevedibile e ricca di sorprese al Mazda Raceway Laguna Seca, che ha chiuso un weekend pieno di emozioni per i 49.408 spettatori accorsi al circuito californiano. Il pilota britannico porta così a 22 il numero di successi di gara in carriera nel Campionato Mondiale eni FIM Superbike, conquistando un ulteriore punticino di vantaggio su Sylvain Guintoli (Aprilia Racing Team), ora a 44 punti dalla vetta.

Jonathan Rea (Pata Honda World Superbike) ha ottenuto il gradino più basso del podio - ottimo risultato per un debutto assoluto su questa pista - concretizzato grazie ad uno spettacolare sorpasso ai danni di Toni Elias (Red Devils Roma Aprilia) alla curva 9, la “Rainey Curve”. Lo spagnolo è stato sopravanzato nel finale anche da Eugene Laverty (Voltcom Crescent Suzuki), chiudendo quinto.

Il successo di gara è stato deciso sulla distanza di sette giri, dopo due bandiere rosse, l’ultima delle quali causata dalla caduta di Sylvain Barrier (BMW Motorrad Italia Superbike Team – EVO) sul rettilineo dei box a conclusione del secondo passaggio, dopo la prima ripartenza. Il francese è sempre stato cosciente e ha reagito subito agli stimoli; primi esami hanno rivelato una frattura con lussazione dell’articolazione subtalare sinistra.

L’azione era già stata interrotta nel corso del decimo giro, dopo il via originale della gara, a seguito della spettacolare caduta di Alex Lowes (Voltcom Crescent Suzuki) al “Cavatappi”, innescata dal contatto tra l’anteriore della GSX-R dell’inglese con il posteriore della ZX-10R di Loris Baz. Dopo i primi raggi x non sono state diagnosticate fratture per l’inglese.

I colpi di scena non sono mancati neanche dopo l’ultimo start, con Marco Melandri (Aprilia Racing Team) finito per terra all’ultima curva a conclusione del primo passaggio, mentre si trovava in testa alla corsa. Un epilogo più che difficile per l’italiano, dopo il successo di gara 1 e le ottime performance mostrate prima delle due interruzioni della corsa successiva.

Nel giro seguente è stato il connazionale Davide Giugliano (Ducati Superbike Team) a scivolare al “Cavatappi”, con la sua 1199 Panigale R che ha attraversato la ghiaia, tornando in pista e fermandosi all’inizio della discesa che conduce alla curva numero 9. Tutti i piloti che accorrevano sono fortunatamente riusciti ad evitare la moto numero 34, con il pilota romano che ha fatto ritorno ai box, insieme proprio a Melandri. Il romano, al secondo giro, aveva fatto segnare il nuovo record della pista, con il tempo di 1’23.403.

Loris Baz (Kawasaki Racing Team) ha chiuso in sesta posizione, seguito da Leon Haslam (Pata Honda World Superbike), mentre David Salom (Kawasaki Racing Team) ed Alessandro Andreozzi (Team Pedercini Kawasaki) si sono contesi il miglior piazzamento nella classe EVO, andato allo spagnolo, ottavo al traguardo, per soli sei decimi di secondo.

Primi punti iridati per Erik Buell Racing, conquistati però dalla wildcard Larry Pegram, in sella alla 1190RX del Team Foremost Insurance EBR.